Hollywood abbraccia la stampa in 3D
Nel corso degli ultimi decenni le case produttrici di contenuti multimediali hanno lottato in maniera forte contro la pirateria, contro lo scambio di contenuti su internet e contro la diffusione dei loro prodotti secondo canali difficili da controllare e accessibili a chiunque.
La stampa in 3D pone un ulteriore problema rispetto a questi contenuti, riguardo il marchandising associato all’uscita dei colossal più importanti. Questa volta però la strategia delle grandi aziende di Hollywood è diversa: coltivare l’interesse, anziché combattere la condivisione pirata. Come? Sfruttando le potenzialità della stampa in 3D.
Per accompagnare l’uscita de “Lo Hobbit: la desolazione di Smaug”, uscito nelle sale lo scorso 13 dicembre, la Warner Bros ha realizzato una campagna di cross-platform, rendendo disponibile i file per la stampa 3D della copia della “Chiave di Erebor” a tutti gli appassionati. Si tratta di un’esperienza innovativa, offerta in collaborazione con Microsoft, che punta a creare ulteriore interesse tra gli appassionati (che attendono da un anno questo secondo capitolo) e che hanno avuto la possibilità di stampare la propria “Chiave” il giorno dell’uscita del film.
Qualcosa di simile è stato creato anche per il film Ender’s Game, del quale è possibile acquistare delle repliche delle navi spaziali (personalizzandole a scelta) sul sito di SandBoxr.
Si tratta di un’esperienza nuova per gli appassionati, per i consumatori più attenti e per i fan del genere, perché permette di sfruttare le nuove tecnologie per promuovere l’uscita delle pellicole.